PIETRO E L’ ITALIA

DAI MONDIALI A PIETRO TARICONE: QUANDO UNA PASSIONE PORTA ALL’ UMILIAZIONE O ALLA MORTE

Una estate questa, da non ricordare con molta felicità, soprattutto per due avvenimenti negativi che in tanti difficilmente ci aspettavamo.

Un primo avvenimento inaspettato è stato la precoce sconfitta ai Mondiali, che, per la maniera nella quale è avvenuta, non si ricordava qualcosa di simile se non nel lontano 1974.

Una delusione accompagnata da rabbia, tristezza, degli italiani che hanno poi sfogato il proprio malcontento umiliando e colpevolizzando ingiustamente la Nazionale che ritornava spenta e delusa nella loro Patria.

La riflessione si vuole articolare su questa reazione, sul malcontento degli Italiani e la tendenza a colpire chi perde e osannare solo chi vince. Possiamo capire la delusione, la tristezza, ma non è mai giusto colpevolizzare la sconfitta.

Possiamo ben dire che in Italia la sconfitta non paga.

Si è parlato di una squadra spenta, impaurita dagli altri avversari, una squadra diversa che, nonostante allenata da Marcello Lippi non è riuscita a sconfiggere la Slovacchia, e andare avanti nel mondiale per raggiungere almeno i quarti di finali o le semifinali, una emerita illusione che ci siamo portati per mezza estate.

Una sconfitta che purtroppo c’ è stata, ma che colpa ha la nazionale, che sicuramente non ha goduto nel perdere?

Cambiando argomento, quello, che a mio parere è stato un brutto lutto per tanti anche per chi, come me, non ha mai seguito il Grande Fratello, perché non condividevano la tipologia di trasmissione, ma conosceva mediaticamente i suoi personaggi grazie alle numerose trasmissioni che li vedevano ospiti è stata la morte di Pietro Taricone.

Voglio ricordare in queste poche righe Pietro innanzitutto perché è morto per un errore umano, facendo qualcosa che lui amava e che lo faceva star bene.

Volando e sorridendo alla vita che lui aveva deciso di vivere in quel modo avventuroso. E’ morto, praticando uno sport che ti mette a contatto con la libertà, l’ aria, il sole. Pietro voleva semplicemente accarezzare il cielo come gli uccelli, farsi trascinare dal vento come le piume, sentirsi leggero come le farfalle.

Pietro voleva sfidare le paure dell’ irraggiungibile, voleva dimenticare il vento che passa e farsi trascinare dalla fantasia attraverso la realtà di uno spazio diverso.

Pietro è morto per sconfiggere la quotidianità triste e desolante e continuare a sognare.

Quando purtroppo un errore distrugge una vita è desolante, ma perlomeno Pietro è morto facendo quello che lui amava fare, è morto continuando a sognare. 

PIETRO E L’ ITALIAultima modifica: 2010-07-02T22:31:21+02:00da fletcher184
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