PICCOLI SENATORI CRESCONO
Con l’ arrivo della primavera fioccano le proposte originali dei Parlamentari che molto probabilmente ci ritroveremo come sorpresa speciale nel prossimo Uovo Pasquale.
Una prima proposta a dir poco stravolgente, quella del Deputato abruzzese del PDL Fabrizio di Stefano, di origine missina, che, assieme ad altri 4 firmatari ha portato in Parlamento un testo che prevede l «Abrogazione della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione», ovvero quella che vieta la “ riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista “ , una proposta che cancellerebbe la legge Scelba che introduceva il reato di apologia del fascismo. La proposta secondo l’ On. Di Stefano è consequenziale alla abrogazione della disposizione transitoria n. XIII, ovvero quella che impediva l’ ingresso ai Savoia in Italia, e servirà per chiudere dei capitoli della nostra storia che ormai, come afferma l’ On. Di Stefano si sono chiusi da tempo. Nessuno potrebbe pensare di ricostituire il partito Fascista perché, afferma, inoltre,Chi, ancora oggi, pensasse di ricostituire il Partito fascista forse, più che interessare la giustizia, dovrebbe interessare la psichiatria».
Non di meno interesse la proposta del Ministro della Gioventù, Giorgia Meloni che intende equiparare elettorato attivo e passivo, facendo si che si possa essere eletti deputati a 18 anni e senatori a 25 ( invece delle attuali età di 25 e 40 anni).
Sono stati altri esponenti politici di diversi partiti a presentare proposte di Legge simili, come l’ On. Anna Finocchiaro e l’ On. Bocchino, che tengono conto anche degli esempi europei dove l’ età per eleggere un deputato parte da 18 anni e arriva a 25, mentre per i senatori stabiliamo noi il Record di vecchiaia rispetto alle altre nazioni.
Addirittura in tempi passati l’ on. Meandri si era spinta a chiedere l’ eleggibilità dei senatori a 18 anni, equiparandoli ai deputati: ma che senso avrebbe?
La nostra è una tradizione di carattere storico, infatti il termine Senato discende dal latino “SENEX” che voleva dire anziano, infatti i senatori dell’ antica Roma erano inizialmente un assemblea della Gentes al quale il re chiedeva consiglio su Affari di Stato, in seguito vi avevano accesso solo i Patrizi e i magistrati, che avevano il compito di Legiferare, finchè poi il senato venne ridimensionato fino ad essere equiparato alla camera.
Equiparare l’età significherebbe rendere inutile il Bicameralismo perfetto, che si fonda sulla diversità delle camere puntando su una maggiore “saggezza” del Senato per la revisione e la conferma delle Leggi, l’ unica variazione sarebbe nella proporzione elettorale in base al rapporto tra elettori e seggi.
Ricordiamo che una legge per essere approvata ha bisogno del passaggio della legge in entrambe le camere che deve essere approvata senza essere modificata, in caso di modifiche si deve ripetere l’iter.
Un senato con gli stessi rapporti di forza e gli stessi gruppi a cosa serve se non ad allungare i tempi dell’ approvazione delle leggi.
Ritengo comunque che non sia il momento di drastici cambiamenti, si potrebbe eventualmente pensare ad abbassare l’ età a 20 anni per eleggere i deputati e 35 per i senatori, mantenendo un minimo di differenza tra le 2 camere, per dare un senso alla distinzione e alla diversità delle due camere, che di per se vengono differienzate dal numero dei componenti e dal sistema elettorale per eleggerli.
Per far appassionare i giovani di politica non serve buttarli allo sbaraglio per fargli riscaldare gli scranni parlamentari come i banchi di scuola senza una precedente esperienza, bisogna aprir loro le porte dei Partiti, stimolarli a seguire le manifestazioni e i comizi, portarli in piazza, alle discussioni e ai dibattiti, alla politica dei quartieri che li preparerà a vivere l’ Alta Politica, quella dove conquistare il potere non è sufficiente a risolvere se non c’ è esperienza e conoscenza.
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