REFERENDUM: UNA SCONFITTA PER L’ ITALIA, UNA VITTORIA PER CALTANISSETTA Nel bel mezzo di una aspra campagna elettorale nissena, tutto si poteva pensare tranne che che la Sicilia potesse essere la spia del cambiamento. Dopo una tradizione conservatric

REFERENDUM:

UNA SCONFITTA PER L’ ITALIA,

UNA VITTORIA PER CALTANISSETTA

Nel bel mezzo di una aspra campagna elettorale nissena, tutto si poteva pensare tranne che che la Sicilia potesse essere la spia del cambiamento. Dopo una tradizione conservatrice che vedeva l’ isola non votare per l’ Italia repubblicana quando si dovette scegliere tramite il Referendum post Liberazione tra Monarchia e Repubblica e una tendenza a mantenere le vecchie tradizioni Democristiane e post Comuniste anche nella scelta delle proprie amministrazioni, questa volta si è visto qualcosa che nessuno si aspettava.

Non parlo soltanto della vittoria, quasi prevista del candidato Campisi a Sindaco di Caltanissetta, ma di una vittoria, oscura, celata dalle elezioni amministrative e passata totalmente inosservata, una vittoria di una città, che è stata l’ unica città capoluogo in Sicilia, aiutata sicuramente dal voto al Ballottaggio, che è riuscita a raggiungere il quorum, attestandosi al 50,11% di affluenza.

Altri paesi in Sicilia sono riusciti nello stesso intento dimostrando che non tutta la Sicilia vuole mantenere il vecchio e vuole avere la forza di cambiare le cose, senza delegare agli altri le decisioni; purtroppo questi pochi lampi di nuovo non sono stati a battere una maggioranza che da sud a nord ha ridotto l’ affluenza al 23,51%, facendo si che l’ avessero vinta tutti i partiti che invitavano all’ astensione.

Una tendenza questa del fallimento dei Referendum che si è già vista negli ultimi referendum e che testimonia, come ribadisce il Presidente Fini, una disaffezione alla politica alla quale va posto rimedio.

E non basta porvi rimedio con la sola arte della convinzione, e considerato che il fallimento del referendum comporta anche una rilevante perdita economica, l’ Italia non può permettersi più di fare fallire ancora i Referendum, ci vogliono nuove regole per impedirlo, nuove regole che invoca il Min. Maroni, come per esempio la proposta condivisibile del Presidente D’ Alema di eliminare l’ obbligo del raggiungimento del quorum, cosa che sarebbe l’ unica soluzione più logica e accettabile.

La sconfitta del referendum non è stato solo una sconfitta per la democrazia, ma la sconfitta di un popolo, la sconfitta degli Italiani che hanno perso perché hanno rinunciato ancora una volta all’ opportunità di decidere, e deciso di delegare agli altri il loro futuro, le loro scelte.

Caltanissetta comunque ha una speranza, sullo sfondo di un ballottaggio che ha visto guerra e lotte di potere, lotte per le poltrone e accuse di ogni genere; ha una speranza, nella voglia di nuovo, nel cambiamento, come si è visto nel primo turno dove gli elettori hanno elargito un’ inaspettata quantità di consensi al candidato Dr. Ruvolo, che ricordo non provenire da nessuna delle realtà politiche nazionali e locali gia preesistenti e affermate, quella speranza che Caltanissetta ha dunque dimostrato di avere invocando il cambiamento che avrebbero potuto portare i referendum.

Ci tengo a chiudere con una affermazione che sarà molto contestata: i Referendum non devono morire, cambiamo le regole perché anche una minoranza di Italiani è una maggioranza per la partecipazione del nostro popolo Italiano

REFERENDUM: UNA SCONFITTA PER L’ ITALIA, UNA VITTORIA PER CALTANISSETTA Nel bel mezzo di una aspra campagna elettorale nissena, tutto si poteva pensare tranne che che la Sicilia potesse essere la spia del cambiamento. Dopo una tradizione conservatricultima modifica: 2009-06-23T23:12:05+02:00da fletcher184
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